Voce del Santuario

Un recente e fortuito ritrovamento, tra le carte del compianto Mons. Pantaleone Amato, ha permesso di recuperare – seppur in maniera discontinua – la vicenda storica di quello che è stato il principale organo di comunicazione del Santuario dei SS. Cosma e Damiano di Ravello.

Era il 1949, infatti, quando veniva pubblicato il primo numero del bollettino “Voce del Santuario dei SS. Cosma e Damiano”, approvato da Mons. Angelo Rossini.

Fu proprio l’Arcivescovo amalfitano a benedire la nuova iniziativa promossa dal giovane Don Pantaleone Amato augurandosi che si pubblicasse spesso, entrasse nelle famiglie, “portando la parola del Vangelo, della Chiesa e del Papa, luce alle intelligenze, fra tanta oscurità di errori, e forza alla volontà fra tanta debolezza a ben fare”.

Voce del Santuario divenne allora uno strumento fondamentale non solo per la diffusione a livello popolare del magistero della Chiesa, ma soprattutto una delle  fonti ufficiali delle iniziative che di lì a qualche decennio avrebbero rivoluzionato per sempre l’assetto urbanistico della contrada e della parrocchia.

Progetti, finanziamenti, offerte dei devoti formarono così per diversi anni il nucleo centrale di “Voce del Santuario”, una sorta di rendiconto di quanto si stava facendo per realizzare la “Casa del Pellegrino” e il nuovo Santuario. Argomenti che s’imponevano perfino sulla riflessione teologica, alla quale però era pur sempre destinato lo spazio necessario.

“Bellezza della Fede, “Santificare le Feste”, “Eucaristia e Penitenza”, “Risorgeremo” e tanti altri ancora, sono i titoli delle interessanti riflessioni che puntualmente Don Pantaleone fissava sulla carta.

Ma non è tutto. Non potevano assolutamente mancare le osservazioni sulle espressioni della devozione popolare che quotidianamente – specialmente da settembre a novembre – si manifestavano all’interno del Santuario.

“Spettacoli” – scriveva Don Pantaleone nel 1969 – “che tante volte ci fanno lasciare la chiesa con gli occhi gonfi di lacrime”. Queste toccanti impressioni, offerte dai pellegrini recanti ex voto in segno di riconoscenza, venivano registrate con grande minuzia. Al termine di ogni numero vi era, infatti, un elenco di  quelle persone toccate dalla misericordia di Dio per l’intercessione di Cosma e Damiano.   

Di qui l’interesse più volte mostrato nel cercare di ricostruire le origini del culto dei santi medici anargiri nel nostro territorio. Anche questa volta il bollettino divenne la sede per pubblicare le ricerche storiche aventi per oggetto il Santuario ravellese. Ricerche che confluirono nel 1983 nella pubblicazione, autore Don Pantaleone Amato, di “Ravello e il Santuario dei SS. Cosma e Damiano”.

Non fu soltanto la penna del suo direttore a cimentarsi in questo campo. Con lui, infatti, si registrano anche i contributi di alcune delle firme più importanti del giornalismo locale come Mario Schiavo ed Enzo Liguori. Quest’ultimo in particolare, attraverso delle pagine soffuse di lirismo, ricostruì gli ultimi istanti di vita dell’antica chiesa e i primi tempi del nuovo Santuario destinato a diventare “faro di luce in un mondo che stenta a trovare la strada del cuore e della pace”.

Faro di luce innanzitutto per quella gente che veniva da lontano, modelli di una fede viva, genuina, appassionata, e “quasi simbolizzata – scriveva il poeta Paolo Riceputi – in quel canto palpitante e tenero che si snodava per le apriche valli alla vigilia della grande festa, destando negli animi degli ascoltatori un pathos ineffabile.”

Fu proprio l’affetto per i pellegrini dei santi Cosma e Damiano che spinse Don Pantaleone – nonostante gli acciacchi degli ultimi anni – a continuare a pubblicare “Voce del Santuario” fino al termine della sua vita terrena. Nell’ultimo editoriale del settembre 2004, forse presago della sorte che lo attendeva, rifletteva sul fine ultimo della vita e si poneva la domanda: “Quo Vadis ? Dove Andiamo?”. “Interrogati su dove andiamo – scriveva – dobbiamo poter rispondere come Gesù: «Vado da Colui che mi ha mandato».”

Tuttavia, poiché non tutto muore di noi, l’eredità di questa iniziativa editoriale è stata raccolta da alcuni giovani e portata avanti con serietà fino al 2012.

Di seguito vengono resi disponibili in formato digitale i numeri di “Voce del Santuario” (In Aggiornamento) .

Anno 1949

Anno 1951

Anno 1957

Anno 1994

Anno 1997

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

Anno 2009

Anno 2012